Pinocchio e Geppetto (spoiler) trovano casa. Se ti è sfuggita l’iradiddddio delle ricerche ante DESIDERAre, clicca qui, from the beginning.
Ciao Pinocchio, sono la fatina! – disse questa posandosi delicatamente su una pila.
– Aò. Come va. Come butta. – disse il burattino e cambiò stanza.
La fatina lo insguì, e lo riportò dov’era con un incantesimo.
– Senti, che nolloso che non mi parli per la storia del burattino, del legno, der pupo e tutto il resto, ma devi sapè che co quella storia io ho chiuso perché mo ce stanno le ispezioni e nunné più come na vorta. Piuttosto, t’ho sentito che piangevi disperato. Forse posso aiutarte.
– Ok, sgancia mille.
– Pinò, te prego. Nun c’è svanzica manco pe farse na mattinata ar lido.
– Allora non vedo come tu possa aiutarmi.
– Te posso insegnà qualcosa sul mercato del mattone, pupo. Credimi, due o tre cose le ho imparate cogli anni. C’ho zia che vive in un posto che gli’ho trovato io, mi mangio ancora la bacchetta che nun ce so annata io.
– Imparare mi scoccia.
La fatina sgranò gli occhi, e salì in punta di piedi, con l’indice rivolto al cielo.
– Comprare casa è una operazione estremamente complessa, mio caro Pinocchio. L’hai visto da te: è facile cadere in qualche tranello teso da persone disoneste. Fidati: so vedè le tubbazioni mejo de li sorci. Le seguo A NASO!
Lucignolo intervenne prendendo la fata nel palmo della mano.
-Ehi, fata, fata, tranquilla, tutto rego. C’è l’internet veloce oggi, la magia è ancora 56k. Vedi tutti questi fogli? La casa che cerchiamo è qui da qualche parte.
– Bravo Lucifero. Quante case hai stampato?
– Beh, non le ho contate. A occhio, saranno un diecimila. Attico più, bilocale meno.
– Oh, bene caro, ottimo lavoro. Ora li chiami te tutti i proprietari?
– Ma no, no. Dobbiamo ancora fare una cernita. Ho già tolto tutte quelle con una porta di ingresso. Stavo pensando di escludere pure quelle con la strada che ha lettere dispari, e quelle che il nome del proprietario comincia per P. Che ne pensi?
Pinocchio e la Fata guardarono Lucifero con un misto di indignazione e disprezzo.
– Regà, fate quello che volete, ma io v’avviso: nun mi chiamate perché s’accavallano gli appuntamenti, che c’ho già i turni miei da coprire.
– No, su questo non transigo. Avete già fatto abbastanza, per me: agli appuntamenti ci vado io! – E gli si allungò il naso.
In quel momento Geppetto entrò dalla porta, raggiante.
– Ragazzi! Abbiamo risolto la questione della hasa!
– Sì babbo? Fantastico! Dov’è, com’è? Mica ti hanno chiesto un anticipo, no perché io stavo pensando che… – e gli si allungò il naso.
– Ho trovato qualcheduno che la sa trovare per noi! Vieni che ti ci porto!
Padre e figlio entrarono nei locali della DESIDERAre. Il loro consulente li accolse con lo stesso sorriso di prima. Lo stesso di sempre
– Salve, signor Pinocchio. Suo padre mi ha già spiegato alcune delle sue esigenze, ma vorrei discutere con lei di qualche dettaglio in più. Cominciamo: qualcosa con il legno, dunque?
– No, no – disse Pinocchio a bassa voce, guardandosi intorno – il legno no. Avete qualcosa col cotto?
***The End***
Note:
Quello vero, di Collodi, si chiamava Lucignolo. Non ti sfugge nulla, eh?
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