Salve a tutti, e un saluto molto cordiale a tutte le italiane e gli italiani. È stato un anno fantasti… no, vabbè. Basta. Lo stile presidenziale, lo sapete, non ci appartiene.
Comunque sia andata, è fine anno, e dopo tutto il pesce della vigilia più quello del pranzo di Natale e della merenda di Santo Stefano, ci sentiamo un po’ salmoni anche noi, e ci viene da ripercorrere il torrente appena risalito.
È tempo di tirare la riga dopo l’uguale, e fare l’addizione in colonna.
È stato un anno bello?
Sì, lo è stato.
È stato un anno facile, di quelli che van via veloci e morbidi?
No.
È stato un anno bello. Nonostante David Bowie, George Michael, Carrie Fischer e tutti gli altri (che, pace all’anima loro, non possono dire la stessa cosa).
Ci siamo divertiti.
Siamo cresciuti. In tutti i sensi.
Qualche volta siamo stati lì lì per perdere la pazienza.
Altre siamo scivolati magari perdendo qualche occasione.
Nel frattempo, però, qualche collega ha anche smesso di guardarci come teoremi di fisica quantistica. S’è interessato – non tanto a noi- quanto a quello che facciamo, al nostro approccio e una volta capito, c’è stato anche chi ha provato a copiarci, e va bene così (la concorrenza è l’anima del mercato).
È la dura strada dei pionieri, che prima hanno tutti contro, poi hanno tutti dietro.
A chi continua a criticarci, e ci guarda con gli occhi foderati di doppie provvigioni, a quelli che ci chiamano abusivi, a quelli che “in fondo che ci vuole?”, diciamo:
Buona fortuna a voi. Ve ne serve tanta.
La più grande soddisfazione?
I nostri clienti. Dove tutti vedevano una perdita di tempo, noi abbiamo visto delle persone.
Tutto qua. Niente fisica dei quanti, viaggi nei wormhole, o civiltà di tipo III. Siamo persone al SERVIZIO di altre persone, in parole ma soprattutto in fatti.
Dove tanti sentivano solo lamentele, noi abbiamo trovato le opportunità.
E siamo fieri di averlo fatto.
Grazie 2016, tutto sommato ci hai dato tanto.
Potevi evitare di prenderti David Bowie, però.
Per il resto, seconda stella a destra, a tutti.
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