La missione principale di un Property Finder degno di questo nome, è trovare la casa perfetta. Ma la casa perfetta non esiste: esistono le esigenze di ognuno, e il nostro compito è interpretarle – prima – e soddisfarle – poi.
Le esigenze variano da persona a persona, a seconda della classe sociale, della città, della nostra storia di vita. Ma, in quanto proprietari, siamo anche persone che hanno delle responsabilità verso le nostre quattro mura. E le responsabilità ognuno se le prende a modo suo: eccone una prima carrellata.
P.s.: nessuno si offenda e perdonateci se ogni tanto scherziamo con gli stereotipi. Nessuna richiesta di nessun cliente può essere mai semplificata, tantomeno ridicolizzata. In realtà per costruire queste caricature abbiamo preso spunto da noi stessi.
🙂
IL PIGNOLO
Quello che il Fascicolo del Fabbricato nella libreria viene prima dell’album con le foto dei bambini. Il richiamo dell’antitetanica ogni tanto può saltare, ma la guaina del tetto non è rimandabile.
La manutenzione è una voce del bilancio familiare che può superare le spese dell’istruzione per i minori, ma una casa solida è più importante di un’Università prestigiosa, perché il mondo può crollare ma l’Imu si pagherà sempre. Costoro sono anche definiti dalla loro frase più ricorrente: “È un’emergenza”.
Una crepa nell’intonaco è un chiaro segnale di cedimento strutturale, uno spiffero sotto la porta una minaccia seria alla stabilità climatica interna, la coibentazione è un apostrofo rosa tra le parole “sento-odore-di-muffa”. Il capo di casa non è colui (o colei) che porta il pane, ma chi ha il controllo del termostato. Chi lo tocca senza il suo consenso, muore.
LO SMART
Quello che ha tutto connesso al Cloud, dalla serratura ai lucernari: il frigorifero lo avvisa se una melanzana ha litigato con le zucchine mentre era fuori al lavoro; quando è in vacanza in Portogallo può decidere di accendere venti minuti di caldaia (non si sa mai che gli acari soffrano di freddo); ha il controllo istantaneo del grado di umidità del tinello, e in ogni momento sa esattamente quanto spende di luce e di gas.
E ora che lo sa, spende esattamente uguale.
Mentre è sul divano, prima di andare a dormire, può spegnere con sole tre frasi di senso compiuto le luci della stanza che avrebbe potuto spegnere comunque con un dito, passando dalla porta, salvo poi fratturarsi il mignolo con prognosi riservata per non aver visto al buio il tavolino da caffè.
Ogni tanto salta Internet, ed è costretto a farsi ospitare dalla zia perché il server della porta gli ha negato l’accesso.
IL SENTIMENTALE
Quello che le pareti di casa sono un prolungamento dei ventricoli del cuore.
Spesso è la sua prima casa, e non se ne separerebbe mai se non fosse per quel figlio che in fondo, a conti fatti, non è che proprio lo voleva, e che “in fondo in fondo è ancora piccolo e può dormire con noi fino ai 16, e poi a 18 lo mandiamo via di casa”. Non fa niente se è un buco: è la prima casa ad avere avuto il proprio nome e cognome avvitato sulla porta e per questo non la dimenticheranno mai.
Ogni angolo di ogni parete ha la sua storia da raccontare, e non è mai una storia breve.
Se ti invita a cena, dunque, fai attenzione: non vede l’ora di raccontartela.
L’ESIBIZIONISTA
Quello che ama la propria casa, ma più di ogni altra cosa ama mostrarla a tutti: parenti, amici, colleghi, vicini, gente a caso su AirBnb. Le tende per lui sono solo un impiccio, sa recitare a memoria il certificato di garanzia delle ante in Venghé, e negli anni è riuscito a mettere insieme un salottino minimal-chic che sembra fatto per essere guardato.
“Vienimi a trovare”, ti ripete ogni volta che ti incontra, ma se ci vai, prima di sedere, aspetta che che finisca di montare lo sgabellino Ikea. Perché il salottino va, appunto, guardato e non toccato. In caso di party, organizza tour guidati con partenza ogni 15 minuti dalla cucina, nel caso in cui ti ci dovessi ritrovare coinvolto, arraffa gli alcolici e ascolta le spiegazioni senza fiatare: il tuo “che carina!” detto per gentilezza potrebbe essere interpretato come la richiesta esplicita di una visita alle fondamenta del cavedio.
LO STUDENTE FUORISEDE FUORICORSO SINGLE
Raggruppiamo in questa categoria, per comodità, anche lavoratori autonomi senza bocche da sfamare oltre la propria e/o senza visitatori casuali che interagendo con uno qualunque degli oggetti lasciati in giro per la casa, potrebbero contrarre malattie per le quali non è stato ancora sviluppato un vaccino.
Sono quelli che abitano una casa che non è fatta per essere vista (e forse nemmeno abitata stando all’ultima perizia dell’Ufficio d’igiene). Senza occhi estranei, il controllo sociale sul grado di pulizia è nullo. La casa è l’equivalente del posto auto per il corpo: esposto alle intemperie e agli agenti atmosferici, ma uno che ci può fare? La pulizia dovrebbe essere di competenza comunale, no? Una volta ogni tre mesi, no?
La cosa che più si avvicina a una decorazione d’interno, sono i cartoni delle pizze ammucchiati dentro al lavello.
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