Nomadi, business e real estate

È una giornata qualsiasi di un anno compreso tra il 10.000 e il 12.000 A.C. e una moltitudine di esseri umani inizia a mettere radici dando il via alla prima rivoluzione della storia dell’uomo. Da qui in avanti il nomadismo diventerà un fenomeno sempre meno rilevante a livello di grandi numeri salvo poi, a fine articolo, cioè oggi, tornare a farsi sentire.

Avanti veloce.

Tra guerre, lotte, invasioni, altre guerre, saccheggi e imposizioni, l’uomo ha una vita breve, piuttosto grama e prevalentemente stanziale. Siamo arrivati al 1492 con Colombo che scopre l’America, poi battezzata da Vespucci, e vediamo una fetta consistente di umanità abbandonare le proprie radici per salpare verso il nuovo mondo.

Saltiamo fino alle rivoluzioni industriali e vediamo altra gente lasciare le campagne per infilarsi in fabbrica.

Avanti ancora, fino all’ultimo quarto del secolo scorso.

È l’inizio di aprile del 1973 e Martin Cooper fa la prima telefonata da un cellulare.

È il 24 gennaio del 1984 e il primo Macintosh della storia è (finalmente) in vendita.

È il 1998 e nasce Google.

Poi arriva il 2000 e nessuna delle apocalissi annunciate si avvera, salvo forse (!) l’arrivo, quattro anni più tardi, di Facebook.

Torniamo a oggi: siamo nel 2019 più della metà degli abitanti del pianeta ha accesso a internet. Il  mondo non è più quello sotto casa, ma è un universo che non ha confini.

-> Gli utenti di Linkedin sono mezzo miliardo.

-> Un Italiano su sei, mentre continua la fuga di cervelli, compresi neonati e ottuagenari, ha un profilo Linkedin.

-> La fuga di cervelli continua, così come le migrazioni in cerca di un lavoro migliore, di ruoli e benefit più soddisfacenti.

Il mondo che viviamo è veloce, velocissimo, e lo scenario business ci obbliga a una flessibilità crescente.

Sono in molti a spostarsi da casa.

Così come sono tanti quelli che non passano più tutta la vita nella stessa casa, ma la cambiano non appena ne sentono il bisogno, possono permetterselo, trovano quello che cercano, sempre che ci riescano, chiaro.

Trovare casa, trovare quella giusta, non è mai facile perché il mercato immobiliare (come più o meno tutti gli altri, per ora…) è fatto da persone, non macchine, e siccome è fatto di persone, a volte succede che queste persone:

  • cambino idea sulla casa che fino a ieri volevano vendere;
  • che non riescano a interpretare il bisogno di chi cerca;
  • oppure che non abbiano la possibilità di incrociare il suddetto bisogno con la realtà.

Per chi deve trovare un immobile in una città che non è la sua, poi, la faccenda si complica perché oltre a tutto il tempo e le competenze che servono sempre, c’è il vuoto cosmico circa una città aliena, sconosciuta, ignota, piena di fascino, certo, ma anche misteri.

Ecco perché oggi, anche per un nomade business, reclutare un property finder può rappresentare la differenza tra trovare l’immobile giusto, trovare quello sbagliato, o non trovarla affatto.

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