Vendere casa è un’impresa in senso letterale e in senso astratto perché richiede capacità imprenditoriali, costa fatica, tempo, risorse.
Come ogni altra impresa anche vendere casa ci espone a una serie di rischi diversi a seconda del momento, della situazione, delle nostre competenze e il rischio imprenditoriale è il delta che ci ripaga quando facciamo le cose per bene, quando curiamo ogni fase della vendita – dal prezzo alla scelta del target (i potenziali acquirenti), dalla comunicazione (quali canali, quali parole, quali immagini) alla presentazione della casa, dalla negoziazione, al rogito – cum grano salis.
Dire che la prima regola per vendere un immobile è avere un bell’immobile da alienare può sembrare un truismo, come dire che se il generale La Palice non fosse morto sarebbe ancora vivo, ma non lo è perché quello che piace a noi potrebbe non piacere al mercato (i nostri potenziali acquirenti) e non incontrarne il favore.
Anche stabilire il prezzo di vendita non è facile: il valore che diamo noi alla nostra casa non può essere oggettivo perché quella di cui parliamo è casa nostra, l’abitazione che abbiamo scelto, comprato o ereditato, il nido che abbiamo vissuto. Così come l’immagine nella nostra testa è diversa da ciò che vedono i compratori. Ed è ancora un’altra rispetto a quello che può vedere un professionista.
La seconda regola per vendere casa (=compiere l’impresa della vendita massimizzando i profitti e minimizzando i rischi) è affidare l’incarico a un agente immobiliare che collabori. Ovvero che abbia una rete di contatti con altri agenti e agenzie in modo da centuplicare le possibilità di successo.
Anche qui possiamo pensare che sia solo buon senso (e in effetti…) e che la collaborazione sia alla base di ogni mercato, soprattutto di quello immobiliare, ma la verità è che il professionista giusto è quello che può permettersi il lusso di dedicarsi a noi in esclusiva o quasi. Quello sbagliato è l’agente che per sopravvivere deve gestire decine, centinaia di operazioni in contemporanea.
Il primo costerà più del secondo, ma ci risparmierà rischi, tutelerà i nostri interessi, e non avrà fretta di chiudere un accordo pur di incassare le provvigioni da tutte e due le parti.
Parlando di professionisti la tentazione può essere poi anche quella di evitarli e optare per il fai-da-te, magari con qualche annuncio gratis in rete, o un post da far girare sui social. Magari per risparmiare le provvigioni, ancora prima di sapere di quanto si parli.
Ma il fai da te bisogna saperlo fare e nel caso di una vendita – così come di un’impresa – servono competenze specifiche, serve tempo, servono capacità negoziali e conoscenze.
Scegliere di incontrare un agente 2.0, uno che ha sposato l’approccio del property finding, ci semplificherà la vita e ci permetterà di:
– dare un valore affidabile e sensato al nostro immobile;
– orientarci con i documenti da produrre;
– migliorare la presentazione della nostra casa;
– non impazzire con decine di visite inutili;
– concludere la trattativa nel nostro esclusivo interesse.
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