Dalla fase di esplorazione, ora sei in quella di orientamento: sei di fronte a due opportunità immobiliari e anche se non sai ancora se comprare o meno, ti piacerebbe avere le idee più chiare per poi decidere in modo più consapevole.
- Opzione A: cerchi un consiglio.
- Opzione B: cerchi una consulenza.
Consiglio e consulenza hanno in comune diversi elementi:
- iniziano entrambi con la lettera C e tutti e due proseguono con la O, la N e la S;
- sono due sostantivi derivati dalla stessa radice latina consulere, consultare, saltare insieme, sedere, così come pure stare zitti all’unisono.
Si assomigliano, le due parole, ma hanno effetti specifici e altrettanto specifici ambiti di applicazione/utilità.
CONSIGLIO O CONSULENZA: le differenze.
Un consiglio può essere gratuito, spassionato e più o meno interessato a seconda di chi te lo dà.
La tua metà della mela che ti CONSIGLIA di passare meno tempo sui social.
Lo scrittore che ti scrive in DM per CONSIGLIARTI di leggere il suo ultimo libro.
La commessa che ti CONSIGLIA di comprare una cintura da abbinare ai pantaloni.
La zia che ti CONSIGLIA di fare figli prima che sia tardi.
Il venditore della concessionaria Pimpiripettanusa che ti CONSIGLIA di non comprare un’auto Pimpiripettapam.
Un consiglio va benone quando sei indeciso su quale sciarpa mettere o comprare, quando non sai come vestirti per una occasione, quando non sai come dire alla tua metà della mela che hai incontrato un ananas e allora chiami qualcuno di cui ti fidi e chiedi.
Va meno bene quando il dubbio riguarda scelte a lungo, lunghissimo, termine.
Per esempio?
Puoi chiedere un consiglio sul libro che hai scritto (per citare un caso che riguarda me, cioè la tizia che pensa e scrive con e per i meravigliosi property finder che hanno dato vita a DESIDERAre).
Giorno sì e giorno pure, arriva qualcuno che ci prova.
“Se ti mando il mio libro, ti va di leggerlo e darmi qualche consiglio?”
Attenzione: questa frase sottintende che il consiglio arrivi gratis, free of charge.
Ci sta se il qualcuno che mi scrive è un amico, uno di quelli, per intenderci, che non solo sa dove abito, ma sa anche usare il mio campanello. Meno se la richiesta arriva da uno dei miei tonicissimi * *follower di Instagram.
Perché? Perché il mio lavoro è leggere. Mi pagano per quello e con quello io pago tutto e tutti quelli che devo pagare, il che mi permette di scegliere a chi dedicare il mio tempo e tutte le mie energie, così come quello che ho imparato e che so di poter garantire a chi viene da me.
Oppure puoi chiedere un consiglio per comprare una casa, riscattarla, decidere tra due immobili, per fare un esempio in tema con quello di cui ci occupiamo qui, su questi schermi, e dentro ai nostri uffici.
Scegliere tra due o più opportunità immobiliari non è una passeggiata. Ecco perché non si chiede un consiglio quando invece si ha bisogno di una consulenza.
Perché no?
Perché la vocazione della consulenza – e da qui la sua utilità – sta nella sua naturale onerosità: quando paghi per una consulenza scegli di pagare qualcuno che conosca l’argomento, il mercato, la zona. Qualcuno che sia in grado di darti una valutazione disinteressata, che possa evitarti rischi, che possa orientarti verso una decisione più consapevole curando i tuoi interessi (e non le sue provvigioni).
Da una consulenza con un property finder non ottieni solo consigli, ma informazioni concrete sulle quali potrai poi decidere cosa, come, quando e a quanto comprare l’immobile che risponde ai tuoi bisogni.
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