Ci sono due modi per avere un vestito nuovo: il primo è entrare in un negozio di una grande catena, tapparsi le orecchie per la musica a palla, ed iniziare a cercare, tra migliaia di proposte, se ce n’è qualcuna che ti piaccia. Colori, fantasie, tessuti, modelli: se non sei esperto di moda il rischio è di uscire dal negozio con un completo mare di fustagno a coste marroni con rilievi di velluto.
Fatta la tua scelta, poi, devi vedere se ne trovi della tua taglia. Se la trovi (complimenti) devi vedere come ti sta. Magari ti sta male, e devi ricominciare tutto daccapo, decine di volte (max tre capi per volta).
Infine, se trovi qualcosa che ti stia decentemente bene, ed decente è pure il prezzo, ben fatto: hai un nuovo vestito!
L’altro modo è andare da un sarto.
Si usa da sempre l’espressione “cucito addosso”, anche estrapolata dal settore sartoriale, per intendere il grado di iper-personalizzazione di un determinato capo di abbigliamento (o di un servizio).
Essa indica:
– la cura del professionista nello scegliere materiali e modelli;
– il coinvolgimento del cliente in ogni parte del processo di creazione, ma sotto la consulenza di un esperto;
– l’assoluta personalizzazione di modi e tempi;
– il rapporto profondo, fiduciario, viscerale: dopo aver studiato i tuoi gusti e preso le tue misure, il sarto conoscerà il tuo corpo, forse, meglio di chiunque altro;
– la protezione dagli errori: un sarto, come ogni essere umano, può sbagliare. Ma è suo preciso interesse – a differenza di chi lavora con grandi numeri e può “permettersi” di fallire di tanto in tanto – rimediare agli errori.
– l’assoluta trasparenza dei costi, che avete stabilito con chiarezza fin da subito.
Da chi vorresti farti costruire la custodia della tua prossima vita?
– Da chi punta ai grandi numeri e “una svista ogni tanto ci può stare” (ma quella svista potresti essere tu)?
– O da chi lavora per te, solo per te, e ti offre un servizio perfetto, cucito addosso, senza errori?
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